Ho ancora il tuo orologio stretto al polso:
sussurra giorni duri di mattine
schiuse al vuoto. Se batte la lancetta
dei secondi sopra gli anni tuoi
lasciati come mancia per le estati
che saranno, mi sforzo di incontrare
il tuo passare tra i miraggi
di stagione e a dare un cenno
ai desideri presi a morsi
dai tuoi occhi che si chiudono.
E peso è questa voglia di sospendere
i minuti, di trovarti senza
tempo nei riflessi e nei gorgheggi
della Terra. Un peso che mi tiene
qui ancorato alle parole
della voce tua che tace
e mi sorride da lontano.