L’odore d’un camino all’alba spento
ricorda i fuochi fatui delle sere
cominciate tra i tuoi vicoli
di carta ad azzeccare d’ogni sogno
l’aritmetica e il profilo.
Si mischia al gelo lucido sui prati
preparati dall’inverno a scomparire
per rinascere tra nebbie
e canti languidi di nostalgie
insegnate dall’attesa.
E tu che cosa aspetti mentre scappi
coi tuoi occhi più lontano di ogni eco
verso aurore a me proibite?
La voce di quei fuochi ammutoliti,
forse un battito di ciglia.