Non ha mano, né gli occhi
questo tuo esistere accanto a ogni cosa,
lo stare di fianco alle ombre dei lampi
felici, ai crampi di noia,
al denso vapore di quiete
e tepore del primo meriggio
stornato di voci lontane
e leggere, vibrate
nell’aria in arcate di luce.
E mi cerco con te
tra gli eterni pulviscoli di inutili
incanti di storie che stendono
i tempi come un elastico,
andata e ritorni d’un viaggio
tentato, quando dimentica
il mondo di averci trovato.

Alessandro Barbato