GIOCO DI SPECCHI

 

Peter era un mostro, Peter era grasso, Peter

era scemo, Peter era goffo, Peter balbettava

e Peter inciampava e le ragazze ridevano di

Peter e i ragazzi lo punzecchiavano, e Peter

era costretto a restare a scuola dopo le lezioni

e a Peter cadevano gli occhiali e aveva le scarpe

slacciate e la camicia di fuori e vestiva come non

s’era mai visto e Peter sedeva sempre nell’ultimo

banco con il moccio che gli colava dal naso.

questo succedeva allora. cioè alle elementari e

alle medie, e il tempo passava

e passava e

Peter cambia ogni anno la sua fuoriserie e

ha sempre una ragazza nuova e graziosa e

non porta più gli occhiali ed è dimagrito,

sembra quasi bello comunque certo sicuro di sé,

ha una casa in Messico e una a Hollywood.

Peter commercia in arte e in borsa, parla

tre lingue, ha lo yacht e un jet e inoltre

qualche volta produce dei film.

chi lo conosceva allora non lo conosce

adesso.

è successo

qualcosa, che diavolo

è stato?

e la maggior parte dei fighi di allora

che ancora si vedono in giro

sono deformi, sconfitti, ingloriosi,

idioti, senzacasa, senili o

moribondi.

di rado va come ci aspettiamo che

vada.

per la precisione,

mai.

Charles Bukowski