SUB – STRATI
Batton la terra
sessanta rospi infuriati
cercano il sangue
rossi e assetati
“chiedo udienza messere
sono stanco di aspettare
in questa casa di gioie amare
è
sempre
più
difficile …”
ispidi rospi
gracili e timidi
dai volti perfidi
d’invidia assassina
“mangio la carne che mi compete
dilanio crani
mastico muscoli
gravidi gravidi
…assaggia questo …”
sono
un altro
ora
chiedo
udienza messere
la nostra tavola
è apparecchiata
e gli ospiti
siedono in cerchio
mangiando a crepapelle
la marcia
dell’altro
cala
nel sud della Francia
mangiano mangiano
rospi diversi
dai nostri
la mia lingua
è più rossa
della vostra
fogli su fogli
cambia la sfoglia
questa è una soglia
dolore dolore
forte è il dolore
di chi si dibatte nei piatti
sporchi di sugo
come spaghetti nostrani
i nostri
ciarlatani
sono più ciarlatani
dei vostri
rospi
“roberto …
non sbattere la bocca
quando mangi …”
voci
vocifere
noci
conifere
serpi
pestifere
in questo spiazzo
quasi li ammazzo
“mi sono perso
ti sei perso ?
questo è uno scherzo
questo è uno scherzo ?”
tanta voglia di confessare
il proprio essere da attraversare
spinti per mare spinti per mare
tra le onde di petrolio grezzo
qualche mozzo sceglie il giusto mezzo
da utilizzare da utilizzare
eccolo appare eccolo appare
le nostre bare le nostre bare
da utilizzare
le nostre bare da costruire
senza più dire : “caro messere
il mio mestiere
è di uccidere
ed insanguinare
il cibo
pronto
eccolo … è da mangiare
ora
in tavole asperse
cose diverse
senza parole
e senza fiato
sospesi ai cardini di sbrodolature
invane
cose insane
come puttane
sessanta rane
sdraiate
sbocconcellate
in splendide grigie giornate
chiedono udienza messere
caro messere
eccolo eccolo appare
pieno di sugo
lo spaghetto da utilizzare
“roberto
non sbattere la bocca
quando mangi”
ricavo dall’angoscia
brevi sospiri
nella profonda neve croccante di rumori
così solida di carne e sangue
che potrei morire nella stanza accanto
verso una domanda che mi opprime :
è questo il modo in cui finisce il mondo ?
( nulla mutando la visione )
8/1/1981