R O S S O
Un uomo
pelato
e
verde
rotea
su di una palla bianca
come una tigre a strisce
sgonfia
e
sdraiata
nella città a forma di stella
tra l’orina d’orata
e
gas azzurro raffinato.
Un uomo
pelato
cerca
i suoi capelli
coperto d’amianto
suonando il tamburo
in una piscina
piena d’acqua verde e stagnante
proprio in mezzo alla città
su di un cuscino pieno di scorpioni
sfuggendo la morte
tra grossi rotoli
di carta igenica
srotolata
e
grossi
pomodori rossi
mendicando biscotti e tè.
Un uomo
pelato
e
verde
rotea
su di una palla bianca
come una tigre a strisce
sgonfia
e
sdraiata
che
mostra il suo seno
color legno avvizzito
e le sue gambe
tra gambi
di fiori esili
nella sabbia gialla
citrato e zafferano
valle d’incomprensione…
con le mani
nei capelli
che ha perso
sul quaderno quadrettato della scuola
molto tempo fa
o
almeno
così
sembra
tra grovigli d’atomi
mentre
ora
il suo stomaco
viene
squarciato
ed il suo sangue
cola
negli spazi neri
tra raggi di luce intermittente
ed
isterici
e
sadici
nelle strade…
… depositi di vomito…
ed
una carezza
sul viso
oramai tumefatto
mentre
il turbine
attraversa
la latta di grigio metallo
tuffandosi
nel verde melma
un martedì sera
perché
una vita normale
non è più normale
quando è serale
e se tutto ciò
può non sembrar
naturale
resta ancor da dimostrare…
oh, lettore…
assassinati in confezioni a lunga conservazione
assolutamente
insufficienti
e
confusionarie
oltre
che inutili…
tentando
un
ritorno
alla parzialità
della percezione
ultrasensibile
dell’occhio
rosso
e
venato
al mattino tardo
quando
suona
la sveglia
dell’esperienza
ed
il caffè
può
saper di cicoria
e
la tosse
rompe
l’aria
uccidendo
un moscerino di passaggio
insetto
selvaggio
e
cretino
finito sul letto per caso
nel nostro
dolce declino
barbino .
r.a.c.