NATURA MORTA

 

 

 

Mi riconosci ?

Sono il nomade che toccò piede sulla terra

Che remò fino a perdere la luce negli occhi

Sono il minuscolo tempo in cui la ragione afferra

Condizioni e leggere noncuranze, se mi tocchi

Lenta vedrai il mio corpo che il vento trasporta

Lungo le nere cornici di un quadro :

IO E TE, NATURA MORTA

 

Anni di prigione

Una vita lasciata andare senza una ragione

Implicando che per noi la vita fosse mangiare

Amare, defecare, procreare, parlare eppoi cadere

Sempre più giù e giù lungo vorticose scale

Alternando i sensi all’ambizioso arcano

Delle frasi formulate nel contesto più banale :

Cercare un nome o un valore … invano …

 

Anni di esperienza

Solitaria, io, un pioniere di nome e mestiere

Gravido di messaggi offerti alla scienza

Cui il paradiso non lascerà una ricompensa

Invano la strada disegna il mio avere

E l’odio, come ogni buon piacere, adesso

Dipinge il mio ricordo senza accorgersi

Dei nostri corpi uniti che il vento trasporta

Lungo queste nere cornici assassine :

IO E TE, NATURA MORTA

 

Tutto è finito

E niente potrà più essere uguale al vissuto

Poi perito nel quadro distinto un letto nuziale

Che imbratta la nostra coscienza di sangue suicida

Capendo che nel pianto e nel dolore

La nostra essenza ha viaggiato ed è giunta lontana

Nel pensiero di ciò che paziente attendo

Un nome o soltanto un cenno disperato

Tu sei là in fondo, traspare da un lato

Il ricordo di un’ unione che il vento trasporta

Le nere cornici del quadro si chiudono :

IO E TE, NATURA MORTA

 

 

 

 

 

 

Natura Morta,

Una volta

Due bambini

Ora peccatori

Chiedono

Ai loro stanchi cuori

Ancora un po’ di tempo …

 

Qualcosa in cui sperare

Qualcosa su cui sdraiarsi …

 

Natura Morta,

Una volta

Due bambini

Ora peccatori

Chiedono

Ai loro stanchi cuori

Ancora un po’ di tempo …

 

 

NATURA MORTA

 

Milano, Aprile 1978