Mosca 1956

 

C’è un albero dentro di me

trapiantato dal sole

le sue foglie oscillano come pesci di fuoco

le sue foglie cantano come usignoli

 

è un pezzo che i viaggiatori sono scesi

dai razzi sul pianeta ch’ è in me

parlano una lingua che ho udito in sogno

non ordini non vanterie non preghiere

 

in me c’è una strada bianca

le formiche passano coi semi di grano

i camion passano col chiasso delle feste

ma il carro funebre – è proibito – non può passare

 

in me il tempo rimane

come una rosa rossa odorosa

che oggi sia venerdì domani sabato

che il più di me sia passato che resti il meno

non importa.

 

Nazim Hikmet (1902-1963) (Trad. di Joyce Lussu)