MAELSTROMS INFANTILI

 

 

 

I

 

Il pensare ?

E’ il mio grande male,

che ondeggia tra masochistiche torture

una goccia di nichilismo

ed una manciata di lotta

feroce tra polmoni e ossigeno :

tendo le mani in avanti

per afferrare qualcosa di più,

come il reggere

la fiaccola del mio Egoismo.

Ma qualcosa mi trascina indietro

e nel riaprire le mani ,

mi accorgo di essermi lasciato sfuggire tutto,

di essere terribilmente solo

in un vortice di ricordi

ricoperti di topi …

e io stupido

a tentare ancora di volare

verso di voi

insensati scarabei, amici di giochi,

cercatori d’oro

giù e giù e giù nel vortice

di un cielo sotterraneo :

macchè volare,

il suolo è quel che mi compete

e, permettetemi, rospi dalla lingua a forca,

quel che CI compete …

 

II

 

Non so dirvi quale bellezza

posò la Candida Rosa tra i suoi capelli :

solo lei lanciò un ultimo lamento

poi

si sciolse, Cynthia,

nel suo malato delirio

che contrasse le agili piante dei piedi

che schiacciarono teste ai serpi ;

c’è ora un nome su quella memoria,

lei si disse Donna :

non la vidi mai più ….

Tutto si macchiò di un colore purpureo,

un semplice rivolo di sangue dal naso

che usciva con una tale morbilità

da ricordare il miele,

le mie parole per lei esitarono

poi tacquero come reliquie …

inarcò il grembo

a partorire l’Assassino.

 

Ora è caduta sulla terra la mia preghiera,

sono cresciuto e premo sul desiderio,

sono un Uomo !

Lurida foschia tra glia occhi,

dietro le palpebre,

avverto presenze di persone mio pari

che si radunano in distanza,

perfetti,

orgogliosi l’un l’altro

in essi riconoscono

una piaga

proprio sotto l’ascella ….

da una rupe

il mio essere uomo

è un vanto che lambisce il cielo …

 

E’ alfine morto,

in questa mia grandezza,

quel mio dannoso piangere e ridere,

melensa infanzia di ricordi incolti,

e quel grido, Cynthia,

al mio paracusico orecchio

ha solo sfiorato la mia sensibilità :

non ero ancora in  grado di intendere e volere,

un Vortice mi allontana

da quelle breve nascita

quella mortale epidemia d’infanzia,

dolorosa ulcera,

un Vortice cancella ogni visione passata

per portarmi turbinando in nuovi cieli.

Restano umili, nei miei ricordi,

malandre tra le ginocchia

di bimbi ciechi…

lontano l’infanzia trascina cavalli

scheletrici senza più un saluto …

E’ L’ORA

Sono anch’io un Uomo !

E avverto le doglie delle passioni insane,

la Bellezza una traditrice

ha ucciso tanti volti ignoti

nella fresca e giovane eppure cruenta lotta

degli uomini sopravvissuti tra le sue dita.

 

 

 

 

Frattanto simil mostri codardi,

pochi e rassegnati,

intirizziti si riscaldano

con il caldo sangue di una prostituta

supina tra fiori appassiti, fiori,

uomini, cavalli, passioni e ancora fiori :

tutto come tanti fiori appassiti .

 

III

 

Perchè non volete ascoltare questo mio ricordare ?

E venerare il nuovo , turgido impero di sofferenza ?

 

Silenzio dopo poche parole …

Nelle viscere del cielo

ontofagi raccolgono gli escrementi

a divorare le mia presenza,

troppo acerba e sopraffatta,

senza voltare gli occhi

verso la mia presunzione d’essere Santo

nel buio di questo cielo

troppo simile ad una galleria ….

 

Santa incoscienza dannata del bambino :

cosa ci faccio io in questo grande buio ?

Ho cavalcato le sensazioni,

ma in tanti giorni uguali e duri,

il mio sforzo ha perso la meta

e sto ancora qui a non riuscire

a reggere in mano una penna,

troppo stanco

sono qui ad ascoltare

le irose parole di una zitella

che insegna matematica.

No, non è cambiato molto,

quando ero bimbo non chiedevo a nessuno

un pò di vita per continuare,

ora

trascorro la vita come costituita

da istanti successivi :

come posso pretendere ancora di pensare ?

Io che ho preferito correre ?

Senza lasciare il tempo al tempo,

diventare grande in fretta

stretto in un Vortice ?

L’uomo non può più contare sul correre,

occorre un altro espediente : navigare !

 

 

 

 

NAVIGARE

Mi sono già arenato,

in prossimità di una palude nel cielo :

un attimo,

poi

l’attesa di un qualsiasi

marasso

ad addentare

infierire

sulla parte più esposta……………….

 

IV

 

Ora non so davvero quanto mi resta ancora da patire,

me ne vergogno, ma la vergogna è un semplice bisogno del bambino;

un vortice mi riconduce a dove fu l’inizio :

Cynthia !

Immagini già viste,

ed io a scolpire qualcosa,

a dare un nome

un volto

una educazione

una voglia di lottare.

Darò tutto me stesso,

i bambini nei loro sogni

non si allontanano molto

da questa realtà,

un sacrificio,

imitare i grandi,

e impartirò loro coraggio,

darò tutto me stesso

e poi sentirò il mio atto come

quello di un Dio,

nel dare anche la vita

con il sacrificio di una donna : mio figlio !

Cynthia !

Qualcosa è morto in me

Per vivere in lui,

come davanti ad uno specchio,

ma non potrò

non potrò mai credere

che qualcuno l’ha fatto per me :

con questo gli darò

il patire e il piangere e il gridare,

la libera scelta

di uccidere suo fratello …

o se stesso ……..

o se stesso ……………

o se stesso ………………………………………

 

 

V

 

Tempo,

chiaro lampo di luce

in questo buio Divino,

riuscirò a farmi strada ?

Riuscirò ad essere finalmente me stesso ?

Assurdo :

io reggerò la fiaccola del mio Egoismo …

Pazienza,

il passato ritorna ricucito

posticcio

è una stoffa troppo lisa

per reggere ancora l’ usura

 

e guarderò sempre avanti …….

sulle acque di un nuovo ripensamento

tirerò le somme,

e l’Assassino sarò io !

E sarà tardi

Laggiù,

tra i più profondi abissi del cielo,

in un vicolo

stretto ed umido,

un cane tignoso tra i piedi,

in un cunicolo

come una vena

che si dilata e si restringe,

in un Vortice d’Infanzia

il vecchio marinaio

si dilanierà le corde vocali

nel gridare quel

“fuggi, tutto crolla !”

mentre

il baratro

ossessivo bacierà

per l’ultima volta

l’antro

di una primitiva caverna :

tutto ricomincia di nuovo …..

 

…………..

 

Il Pensare ?

E’ il mio grande male,

la mia vita

mio Figlio…..

 

 

Milano, Maggio 1978