GIOCO DESERTO
I moli, alle due di notte, sono una fina
I moli strani, stilizzati, rocciosi;
I moli uguali, diritti, eco di risate
I moli che sembrano infiniti :
Mi deludono quando giungono alla fine
E c’è solo
Mare
Un deserto
Un deserto
Un deserto
Un deserto
Un deserto
Un deserto
Un deserto
Un deserto
Un deserto
Un deserto
I moli mi attraggono fisicamente
So di non poterli possedere
E mi accontento di stringere al petto
Una ragazza e di baciarla – al molo –
I moli uguali, diritti, eco di risate
I moli deserti, la mente portata a rimpiangere :
I moli sanno giocare, sanno parlare
Mi piacciono, mi legano, ma alla fine
C’è solo
Mare
Un deserto il vero gioco
Crudo, non crudele
Crudo perché impotente
Impotente perché immobile
Immobile perché vivo
Vivo perché un gioco
Il molo all’arrivo
GIOCO DESERTO, bambini Teda, villaggi di cammelli, champagne e benì,
dune su riflessi, dune rapide sottovento, dune rare e così essenziali, Beni Isguen
e arenarie calcinate dal sole, laghi di tristezza e arcipelaghi di creste rocciose,
gioco alle fortezze che splendono nella rovina, punteggiare di pastori,
gioco all’erosione e barcane dipinte presso un accampamento nomade,
miraggi del Grande Erg occidentale, migliaia di hotel SINGHIOZZANO
io sono qui, senza più ombra, acceso al tramonto
resisto alle forze che disgregano il terreno
la sua forma serpente, le sue torri rosse
rocce tenere
arancione vomito di moda
il viola sedimentario
argilla laminata
il profilo corroso delle Badlands
dune accecanti di gesso
stese 700 km tra cristalli e amore spietato
sensualmente risale i pendii tanto più dolci
quanto più grigi e aridi
gioco ad un rivolo di ghiaia che scende
gioco a piramidi di sabbia che mutano al vento
gioco a nubi di polvere, alla lotta di cespugli
gioco a pungermi di cactus, a perdermi nel sedum.
Sopravvivo al deserto
Ostile ad ogni approccio
I tagli del crotalo cerasto
Vibrando sull’aria torrida
Perlustra il mio cuore
Un discorso di pace
Piste della morte
Mostrano nel silenzio
Il gioco più crudo
E io sento il mare lontano da me …
Prima di toccarmi
Io non so giocare
Uomo contro deserto
Sia nuova acqua
Cerco ciò che un deserto
Non può dare
MA ALMENO CI STO’
Lambisco la luce del mattino
Godo le reliquie della noia,
Sedimento viola…
Sono corteccia in bocca
A un cittadino che domina il deserto
E il mare luccica ….
Anche l’aria bagna ….
Elba, Agosto 1982