OLTRE ( 5 )
Penso a ciò che siamo
Incosciente una testa mozza scompare
Senza mente locale al passato violacea ed ispida
Siamo merda putredine fresca
La potenza di ognuno di voi scalda
la vita
cosciente
penso al post delirio mormorii nella foresta
nessuna variazione nel lungimirante passato
verde cenere sparsa nell’aria
piccolo spazio d’universo vedo le nuvole
rosse
ruotare sull’ asse
del gabinetto
del resto
oltre il reale la parola
non ho bisogno di me stesso solo uno specchio
su & giù qua & là
ammassato sul vetro il riflesso
dell’esplodere del corpo
penso alla mia nudità
disincantata
da queste piccolezze tossicodipendenti
lascio gocce per gli occhi
ed inchiostro per le penne
nella virile esposizione
ed incespico
scivolo
mi rialzo vomito
reale irreale
obliquamente
alla repressione del fantastico con cui litigo con perverso piacere
penso
a quando la smetteranno
di lavare le nostre miserie
le mie ragioni le loro ragioni
opinioni volgate tra noi
abbandoni venali quanto alle rese banali
nella formale stesura
di un’ ibrida figura simile alla nostra
che adora la noia in una gelida norma
della fangosa introspezione.
( . . . storpi logorroici si liberano lateralmente – nuovo quadrante di libertà . . . )